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Come le api producono la pappa reale

Solo una piccola parte di api per alveare producono tutta la pappa reale: ecco come funziona.

Punti chiave dell’articolo

  • Solo le api nutrici, giovani operaie tra 5 e 14 giorni di età, sono in grado di produrre pappa reale grazie alle loro ghiandole ipofaringee e mandibolari.
  • La pappa reale viene prodotta soprattutto quando la colonia è in pieno sviluppo, cioè in primavera, perché serve per nutrire le larve nei primi tre giorni e per allevare eventuali nuove regine.
  • Le condizioni ideali per una produzione abbondante includono temperatura stabile (32–35°C nell’alveare), fioriture abbondanti, assenza di stress (pesticidi, varroa, carenza di polline) e una colonia ricca di giovani api.

Introduzione

La pappa reale è uno dei prodotti più preziosi dell’alveare, ma pochi sanno davvero come viene prodotta e da quali api. Molti consumatori ne conoscono i benefici, ma non il processo affascinante che porta un gruppo ristretto di operaie a creare questa sostanza nutritiva indispensabile per la crescita delle larve e per l’allevamento della regina.

Comprendere quali api producono la pappa reale, in quali momenti la colonia ne ha più bisogno e quali condizioni ambientali favoriscono una produzione abbondante permette non solo di conoscere meglio il mondo delle api, ma anche di riconoscere un prodotto fresco e di qualità.

In questo articolo rispondiamo proprio a questi tre interrogativi, con spiegazioni semplici ma tecniche, pensate per chi è curioso di capire come funziona davvero la vita nell’alveare.

Se sei un consumatore attento, un appassionato di natura oppure un apicoltore alle prime armi, troverai qui una guida completa e accessibile per scoprire come nasce la pappa reale.

Quali api producono la pappa reale esattamente?

La pappa reale non è prodotta da tutte le api dell’alveare, ma da una categoria molto specifica: le api nutrici. Sono operaie giovani, appena entrate nella fase centrale della loro vita, generalmente tra il quinto e il quattordicesimo giorno. In questo periodo possiedono ghiandole particolarmente sviluppate — le ipofaringee e le mandibolari — che permettono loro di trasformare polline, miele e acqua in una sostanza ricchissima di nutrienti: la pappa reale.

Si tratta di una finestra temporale sorprendentemente breve. Finché queste ghiandole sono attive, l’ape è in grado di produrre pappa reale in grande quantità, dosandola con precisione nelle celle che ospitano le larve più giovani. Una volta terminata questa fase, però, la fisiologia dell’ape cambia: le ghiandole si riducono e l’operaia passa naturalmente ad altri compiti, come la costruzione dei favi o il volo di raccolta. Da quel momento, non potrà più produrre pappa reale.

Le api nutrici sono quindi il “cuore nutriente” dell’alveare. Hanno il compito di alimentare tutte le larve nei primissimi giorni di vita e di curare in modo continuo e abbondante la larva destinata a diventare regina. Senza il loro lavoro, la colonia non avrebbe la capacità di crescere, rinnovarsi e mantenere un equilibrio sano tra giovani api, operaie adulte e regina.

In quale momento della vita della colonia viene prodotta e perché?

La produzione di pappa reale non è costante durante l’anno, né all’interno della vita della colonia. È un processo intimamente legato al ciclo biologico dell’alveare e segue da vicino le sue esigenze di crescita. Le api producono più pappa reale quando la famiglia si trova in una fase di espansione, cioè quando ha bisogno di allevare molte larve e garantire un ricambio generazionale continuo.

Questo momento coincide soprattutto con la primavera, quando l’alveare si risveglia dal rallentamento invernale e ricomincia a crescere rapidamente. Le operaie giovani diventano numerose e, grazie alla grande disponibilità di polline e nettare, possono nutrirsi a sufficienza per attivare le ghiandole deputate alla produzione della pappa reale. È una fase di forte dinamismo: la regina depone centinaia, a volte migliaia di uova al giorno, e le api nutrici devono essere pronte a nutrire ogni nuova larva nei primi tre giorni di vita.

La produzione aumenta ancora di più in un’altra circostanza chiave: quando la colonia deve allevare una nuova regina. Questo accade, ad esempio, in caso di sciamatura imminente, quando l’alveare si prepara a dividersi, oppure quando la regina presente è vecchia o non depone più in modo soddisfacente. In queste situazioni, le api costruiscono celle reali e le riempiono di una quantità eccezionale di pappa reale. Solo così una larva ordinaria può trasformarsi in un’ape regina.

Nei periodi meno favorevoli, come l’estate avanzata o l’inverno, la situazione cambia drasticamente. La regina riduce la deposizione, le risorse scarseggiano e l’alveare si concentra sul risparmio energetico. Di conseguenza, anche la produzione di pappa reale cala naturalmente: non essendoci molte larve da nutire, non c’è bisogno di una produzione abbondante.

La pappa reale viene quindi prodotta nei momenti in cui l’alveare cresce, si rinnova o deve prepararsi a un cambiamento importante, come la nascita di una nuova regina. È un meccanismo perfettamente sincronizzato con il ritmo delle stagioni e con le necessità profonde della colonia.

Quali sono le condizioni ambientali ideali perché le api possano produrre più pappa reale?

La produzione di pappa reale è un processo delicato, che dipende tanto dalla fisiologia delle api quanto dall’ambiente in cui vivono. Le api nutrici possono lavorare al massimo delle loro capacità solo quando la colonia si trova nelle condizioni ideali, cioè quando all’interno dell’alveare regnano equilibrio, abbondanza di risorse e stabilità.

La prima variabile fondamentale è la temperatura. All’interno del nido, le api mantengono costantemente un range compreso tra 32 e 35°C, la fascia perfetta per lo sviluppo delle larve e per il funzionamento ottimale delle ghiandole che producono la pappa reale. Se la temperatura scende troppo, le api devono dedicare tempo ed energia a riscaldare il nido; se sale eccessivamente, devono ventilarlo. In entrambi i casi, la produzione di pappa reale diminuisce, perché la colonia si concentra sul mantenimento del clima interno invece che sulla crescita.

Altro fattore cruciale è la disponibilità di polline, la materia prima indispensabile per attivare e sostenere la produzione delle ghiandole nutrici. Un’abbondante fioritura primaverile, multispecie e ben distribuita nel territorio, permette alle giovani operaie di nutrirsi correttamente e produrre una pappa reale ricca e di buona qualità. Al contrario, periodi di siccità, monocolture o terreni impoveriti penalizzano la produzione, riducendo sia la quantità sia il valore nutrizionale del prodotto.

La colonia deve anche trovarsi in uno stato di relativa assenza di stress. La presenza di parassiti come la varroa, l’esposizione a pesticidi, il freddo prolungato, la mancanza di nettare o una regina poco prolifica possono alterare significativamente il ritmo di crescita dell’alveare. Quando la famiglia “non sta bene”, il primo processo che ne risente è proprio quello legato all’allevamento della covata e, di conseguenza, alla produzione di pappa reale.

Infine, conta molto anche il numero di api giovani presenti. Più operaie si trovano nella fascia d’età giusta — quella delle nutrici — più la colonia può produrre pappa reale. Per questo motivo una famiglia forte e ben popolata, in un ambiente florido e stabile, sarà sempre più produttiva rispetto a una colonia piccola o indebolita.

Abbondanza di risorse naturali, salute della colonia e una popolazione ricca di api giovani: è l’armonia di questi fattori che permette alle api di esprimere al meglio la loro straordinaria capacità di nutrice.

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Che tu preferisca un ciclo breve, medio o prolungato, troverai la confezione più adatta alle tue esigenze.

Propoli: Un Viaggio tra Storia e Benessere

La propoli, una straordinaria resina lavorata dalle api, è un rimedio naturale che affonda le sue radici in tempi antichissimi. Gli antichi Egizi, ad esempio, la utilizzavano non solo per le sue proprietà curative ma persino nella mummificazione, apprezzandola per la sua capacità di conservare e proteggere. I Romani, dal canto loro, la consideravano una sorta di antibiotico naturale, utilizzandola per curare ferite e infezioni.

Oggi, la propoli ha mantenuto intatta la sua fama di rimedio versatile: la troviamo in spray per la gola, integratori, pomate e altri formati che portano con sé secoli di tradizione. È ricca di flavonoidi, oli essenziali, acidi aromatici e vitamine, che la rendono utile per il trattamento di affezioni del tratto respiratorio, infiammazioni del cavo orale e piccoli problemi cutanei.

Ma come viene prodotta la propoli dalle api?

Le api bottinatrici raccolgono le resine dalle gemme di alcuni alberi, come pioppi e betulle, e le trasformano grazie a enzimi propri, mescolandole con cera e polline. All’interno dell’alveare, la propoli viene utilizzata per sigillare fessure, rinforzare la struttura e mantenere un ambiente sterile e protetto.

I moderni apicoltori raccolgono la propoli posizionando delle griglie speciali negli alveari: le api, nel tentativo di chiudere le fessure, le riempiono di propoli, che poi viene estratta, purificata e utilizzata per produrre diversi tipi di rimedi.

Una difesa strutturale e antibatterica

Curiosamente, il termine ‘propoli’ deriva dal greco ‘pro’ (davanti) e ‘polis’ (città), ad indicare la sua funzione di ‘difesa della città’ ovvero dell’alveare. Una definizione che ben descrive il ruolo centrale di questa sostanza nella vita delle api e, oggi, anche nella nostra salute.

Studi scientifici moderni confermano le sue proprietà antimicrobiche, antiossidanti e cicatrizzanti. Per questo motivo la propoli è sempre più presente nella medicina naturale e nella cosmesi.

Attenzione però: chi è allergico ai prodotti delle api dovrebbe consultare il medico prima di utilizzarla.

In conclusione, la propoli è molto più di un semplice ‘prodotto delle api’: è un ponte tra natura e salute, un rimedio antico che continua ad essere valido oggi come lo era migliaia di anni fa. E in un mondo sempre più alla ricerca di alternative naturali, la propoli si conferma un alleato prezioso da riscoprire e valorizzare.

Finalmente piove… miele!

Dopo anni difficili, il 2025 ci regala una stagione generosa

Ci sono stagioni che si fanno ricordare. Non solo per il raccolto, ma per il respiro che portano con sé.
Il 2025 è una di quelle.

Dopo diverse annate segnate da siccità, caldo e fioriture bruciate dal sole, quest’anno le piogge sono arrivate al momento giusto, con la giusta intensità. E tutto — fiori, api e apicoltori — sembra aver tirato un sospiro di sollievo.

Una natura che torna a parlare

Quando si lavora a stretto contatto con le api, ci si abitua a leggere il linguaggio silenzioso della natura. In questi ultimi anni il messaggio era chiaro: qualcosa non stava andando per il verso giusto.
Le api volavano meno, i fiori fiorivano e sfiorivano in pochi giorni, e il miele diventava sempre più raro.

Chi ci segue lo sa: non forziamo mai la produzione. Se l’annata è magra, raccogliamo poco, o nulla. Perché prima vengono le api, e poi, se possibile, anche il miele.

Ma quest’anno, finalmente, è andata diversamente.

Un raccolto atteso, meritato, rispettoso

Le fioriture di acacia, tiglio e millefiori sono state generose e stabili. Le api hanno lavorato con energia, seguendo il ritmo lento e prezioso che la natura ha permesso di recuperare.
Il risultato? Un miele profumato, autentico, vivo. E una pappa reale fresca che ritorna nella sua forma migliore, raccolta senza stress e con i tempi giusti.

Il tutto — come sempre — biologico, certificato, e interamente prodotto nel nostro territorio.

Una piccola festa che vogliamo condividere

Per chi ha creduto in noi anche nei momenti più difficili, e per chi ci scopre oggi per la prima volta, vogliamo festeggiare questa stagione con un gesto concreto:
offerte speciali su miele e pappa reale, con consegna a domicilio gratuita su Rimini, Coriano e dintorni.

Se abiti poco più lontano (Riccione, Santarcangelo, San Marino), contattaci comunque: facciamo il possibile per raggiungerti.

La consegna è semplice, diretta, senza passaggi. Dal nostro laboratorio al tuo tavolo.

In conclusione

Il miele è molto più di un alimento. È il risultato di un equilibrio fragile, di gesti antichi, di stagioni che vanno rispettate.
Quella del 2025 è una stagione buona, finalmente. E vogliamo condividerla con chi sa riconoscere il valore delle cose fatte bene, lentamente, con cura.

Scrivici per conoscere le varietà disponibili, i formati e le nostre proposte.
Quest’anno, la natura è tornata a sorridere. E noi con lei.

Come conservare il miele

Come conservare correttamente il miele per mantenerlo buono a lungo

Chi acquista miele biologico lo fa perché cerca un prodotto sano, naturale e genuino. Ma per mantenerne intatte tutte le sue qualità è importante conservarlo nel modo giusto.

Molti pensano che il miele non vada mai a male — ed è vero, ma solo in parte. Il miele può durare a lungo, ma se conservato male può perdere aroma, consistenza e proprietà.

Temperatura e luce: i due nemici del miele

Il miele teme il caldo e la luce diretta. Il posto migliore per conservarlo è in una dispensa fresca e buia, lontano da fonti di calore (forno, termosifone, sole diretto).
Meglio evitare il frigorifero: il freddo non è dannoso, ma non è nemmeno necessario.

E se il miele cristallizza?

È normale! Non è un difetto, ma una prova di autenticità. Il miele millefiori cristallizza più rapidamente, mentre quello di acacia resta liquido più a lungo.
La cristallizzazione avviene più facilmente a temperature intermedie (tra 10 e 15 °C). Il freddo del frigorifero la rallenta, mentre il caldo eccessivo rovina il miele.

Se proprio preferisci il miele più morbido o liquido, è possibile scioglierlo a bagnomaria, ma è una pratica da evitare: anche a basse temperature può alterare alcune proprietà nutritive e aromatiche. Il consiglio, se possibile, è di gustarlo così com’è, nella sua forma naturale.

Barattolo ben chiuso

Dopo ogni utilizzo ricordati di chiudere bene il tappo. Il miele assorbe facilmente umidità e odori. Un barattolo lasciato aperto o chiuso male potrebbe alterarsi nel tempo, perdendo il suo profumo originale o cambiando consistenza.

Usa sempre un cucchiaino pulito e asciutto: anche piccole tracce d’acqua possono innescare fermentazioni.

Quanto dura il miele?

Il miele, se ben conservato, può durare anche anni. Sulle confezioni trovi una data di scadenza per legge, ma non è un vero “limite” come per altri alimenti.
Un miele di qualità, biologico, raccolto e confezionato con cura, non va a male: può cambiare un po’ nel tempo, ma resta buono e sicuro.

Conclusione

Conservarlo bene è il modo più semplice per rispettare il lavoro delle api, dell’apicoltore e della natura.
Che sia miele di Tiglio, Millefiori o Acacia, trattalo con la stessa cura con cui è stato prodotto — e lui saprà restituirti ogni goccia del suo valore.

E se ancora non conosci i nostri mieli bio, puoi scegliere quello che fa per te tra le confezioni disponibili: da 400g a 1Kg, tutti prodotti nel nostro territorio e consegnati a casa tua, se vivi a Rimini, Coriano e dintorni.

Pappa Reale: rischi e controindicazioni

In più occasioni sul sito apematta sono stati trattati i molteplici benefici che porta l’assunzione della pappa reale.

L’articolo che segue è sicuramente molto interessante da questo punto di vista, presenta vari aspetti interessante sugli effetti dell’assunzione e come scegliere quella migliore per le proprie necessità.

E’ comunque lecito e necessario chiedersi anche se l’assunzione della pappa reale presenti delle controindicazioni.

Occorre rilevare quindi che alcuni componenti della pappa reale possono rappresentare un rischio per persone con particolari sensibilità, intolleranze o allergie vere o proprie.

Pappa reale: potenziali rischi

Primi fra tutti è necessario ricordare i pollini; essendo un prodotto dell’alveare è assolutamente normale che anche nella pappa reale siano presenti i vari pollini che le api stanno raccogliendo durante la produzione.

La sensibilità ai pollini sfocia normalmente all’asma, tanto fastidiosa nei periodi primaverili quando i pollini dispersi in aria provocano fastidio a tante persone.

Un altro potenziale rischio che va menzionato è l’alta presenza di proteine che se da un lato è un fattore benefico in persone che fanno una vita sana e adottano una dieta corretta, in casi di particolari patologie questo può essere un fattore di rischio.

In caso di dubbi sulla possibilità di assumere pappa reale per patologie in corso o allergie il miglior consiglio è quello di rivolgersi al proprio medico per un consulto.

In letteratura vengono segnalati episodi di stipsi, diarrea, asma, gastriti, dermatosi; sono episodi molto rari, ma è necessario individuarli per prendere eventualmente le dovute contromisure.

Conclusioni

A chiosa di questo articolo diciamo che persone sane senza episodi di allergia ai pollini o alte patologie possono assumere pappa reale senza porsi alcun problema, ma nei casi in cui siano presenti patologie o convalescenze vale la pena fare un consulto con il proprio medico per fugare ogni dubbio.

Se vuoi un prodotto sicuro e biologico puoi scegliere la confezione di pappa reale fresca più adatta a te, dal flacone da 10g al vasetto da 100g, adatto ai grandi consumatori (e ce ne sono).

Pappa Reale Fresca Italiana Biologica 10 grammi
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Pappa Reale Fresca Italiana Biologica 20 grammi
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Pappa Reale Fresca Biologica Italiana 100g
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